Nella ricerca dell’ufficio perfetto gli uomini diventano cavie

Nella ricerca dell’ufficio perfetto gli uomini diventano cavie

Creare spazi lavorativi dove uomini e donne stiano bene e siano più produttivi è diventata una delle priorità di aziende e centri di ricerca, tanto che in Usa un laboratorio scientifico sta facendo esperimenti in finti uffici  su un campione di uomini e donne volontari. E a Pechino ne sta sorgendo un altro ancora più grande.

 

Far star bene le persone in ufficio, creare ambienti che stimolino la loro creatività, è uno dei temi caldi del momento a cui stanno lavorando molte aziende e diversi centri di ricerca, soprattutto ora che, come ha evidenziato un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, è stato provato anche da una ricerca dell’università di Harvard, che  gli uffici open space hanno fallito la loro mission visto che portano i dipendenti a comunicare meno (-73%), a scriversi più messaggi e email (+67%), quindi a essere meno concentrati e ad aumentare le possibilità di errore. Senza contare che in un ambiente aperto, virus e batteri viaggiano liberamente, il che si traduce in una maggiore probabilità, per i lavoratori, di ammalarsi e di assentarsi dal lavoro. Insomma, l’open space è un modello che non si adatta a nessuno, a cominciare dai lavoratori introversi che lavorano meglio quando non sono disturbati.

 

In Usa e Cina uomini e donne diventano cavie

 

La ricerca di spazi di lavoro ideali è diventata un’ ossessione al punto che nella periferia Nord di Pechino si sta costruendo il nuovo ufficio della Well Living Lab, un Centro di ricerca scientifico concentrato sull’uomo per comprendere l’interazione tra salute e benessere con l’obiettivo di capire cosa fa stare bene e rende più produttivi gli esseri umani nelle strutture (casa e ufficio) dove passano il 90% del loro tempo quotidiano.
Una volta completato, il Well Living Lab sarà il primo centro di ricerca scientifica in Asia dedicato all’ambiente interno, caratterizzato da una serie di case e uffici simulati.
La struttura produrrà piccole variazioni nell’ambiente, per esempio nell’illuminazione, nella qualità dell’aria e nei livelli di rumore, e monitorerà con l’aiuto di telecamere e microfoni, in che modo queste influenzano la salute, la felicità e la produttività dei lavoratori. I risultati della ricerca, alla fine, verranno utilizzati per cambiare il modo in cui vengono progettati gli edifici futuri.
A parlare di questo futuristico laboratorio per la prima volta è stato il quotidiano inglese The Guardian a cui Xue Ya, presidente Asia di Delos Living, parte del team del laboratorio Well Living ha detto: «Sono sempre più numerosi gli  architetti, interior designer e ingegneri che collaborano con gli scienziati per un design sano e pensano a come rendere lo spazio più simile alla vita naturale degli esseri umani».
A Rochester, in Minnesota, è già attivo un Well Living Lab, nato dalla collaborazione tra Delos Living e la Mayo Clinic (organizzazione no profit), le cui dimensioni però sono solo un quarto di quelle del sito di Pechino. Qui i ricercatori stanno utilizzando test cognitivi, sensori indossabili e ambientali e facendo osservazione etnografica per un progetto triennale, partito all’inizio del 2018, che intende esaminare le reazioni di uomini e donne all’illuminazione artificiale che simula la luce naturale e il suo impatto su stress, sonno, soddisfazione sul lavoro e produttività.

 

Il futuro nei coffice e negli uffici semi open

 

Che i tradizionali uffici open space, nati per promuovere la socializzazione dei dipendenti, ottimizzare gli spazi, promuovere equità e trasparenza, sarebbero arrivati al capolinea per la loro inefficienza, lo aveva già detto nel 2017 la futurologa Nicola Millard, esperta di dati, analisi e tecnologie emergenti, secondo la quale i dipendenti diventeranno “operai con lo zaino in spalla”, ovvero si porteranno il lavoro sempre dietro e, con i loro portatili o tablet, collaboreranno in piccoli team in caffè  o “coffices”, una via di mezzo tra un bar e un ufficio.
Nel frattempo, però, si svilupperà una via di mezzo. Per favorire la produttività di tutti i dipendenti, nei prossimi anni si diffonderanno gli uffici semi open caratterizzati da sempre più aree private, salette dove il dipendente, se sta svolgendo un lavoro particolarmente delicato o impegnativo, può ritirarsi, tanto confortevoli da farlo sentire come a casa. Spazi flessibili, con pareti mobili capaci di creare spazi a misura di esigenza d’azienda e naturalmente di lavoratore. Il dibattito, comunque, resta aperto.

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