Lavoro in Italia: crescono gli occupati tra gli over 50
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Lavoro in Italia: crescono gli occupati tra gli over 50

In Italia cresce l’età media della popolazione che invecchia senza un regolare ricambio generazionale. In questo scenario a trovare terreno fertile è la generazione degli over-50, la più richiesta dal mondo del lavoro. A novembre 2023 l’Italia ha registrato una quota di occupazione pari al 61,8%: sono 23 milioni e 743 mila i lavoratori, tra permanenti e a termine, in linea con il mese di ottobre ma in crescita dell’1,2% rispetto al novembre del 2022.

 

Il dato è indubbiamente positivo: è il più alto degli ultimi 20 anni. Tuttavia, una lettura più attenta mostra come non ci siano buone notizie sul fronte dell’occupazione giovanile.

 

Infatti, se analizziamo gli ultimi 12 mesi, i lavoratori occupati sono cresciuti di oltre mezzo milione registrando una crescita del 1,2% ma c’è un fattore di cui tenere conto: l’età. Dei 520 mila occupati in più registrati a novembre 2023 ben 477 mila sono over 50. Questo vuol dire che l’aumento annuale dell’occupazione è stato trainato per il 92% dalla maggiore occupazione dei boomer o dei baby boomer.

 

In pratica la vecchia generazione continua a lavorare, e i datori di lavoro puntano su di loro. Quindi più che dal numero di assunzioni della nuova forza lavoro, la crescita dell’occupazione esiste grazie alla generazione over 50 che rimane molto numerosa e attiva a lungo.

 

Ad influire su questa tendenza sono diversi fattori, tra cui tre principali:

 

– La stretta sulle pensioni anticipate: dalla riforma Fornero a oggi, lasciare il lavoro prima del tempo è diventata una scelta poco conveniente.

– L’aumento dell’inattività giovanile: gli inattivi (non studiano, non lavorano, non cercano lavoro) sono passati dai 4,2 milioni del novembre 2004 al 4,3 milioni di novembre 2023;

– L’assenza di manodopera specializzata tra i più giovani e in grado di ricoprire i ruoli richiesti.

 

Guardando i dati più nel dettaglio, a novembre rispetto a ottobre ci sono 30 mila lavoratori in più di cui l’80% donne. Il dato è confortante, per quanto ci lasci ancora ben lontani dalle medie europee in termini di occupazione femminile.

 

Al contrario, nel mese di novembre gli inattivi sotto i 35 anni sono cresciuti di 61 mila unità, portando il tasso di inattività al 33,1% con una discreta percentuale di giovani madri, costrette ad abbandonare il posto di lavoro per crescere i figli. Dati non proprio ottimistici che rispecchiano pienamente la fiducia degli italiani sul futuro, un indice che ha raggiunto i minimi storici. Lo dimostra anche il fatto che un terzo della popolazione attiva in Italia non ha né cerca un lavoro.

 

È chiaro che un invecchiamento costante della forza occupata, impone alle aziende l’esigenza di concentrarsi su politiche di “age management” tali da rendere l’occupazione degli over-50 non solo un grattacapo sotto il profilo del welfare, ma un’opportunità, attraverso modalità di valorizzazione tutte ancora da sperimentare.

 

Anche perché la crescita dell’occupazione della popolazione adulta non fa che incrementare la silver economy, ovvero quell’insieme di servizi, beni, necessità e mercati che vengono mossi e alimentati dagli over 50 e che incide sulla nostra economia per circa il 30% essendo il nostro paese uno di quelli con le maggiori aspettative di vita in Europa insieme alla Svezia e alla Spagna.

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