La grande sfida delle polizze
Le compagnie assicurative guardano a un nuovo welfare per tutte le categorie di lavoratori. E in tema di salute si augurano che i vantaggi fiscali previsti per le soluzioni sanitarie integrative aziendali vengano estesi anche a quelle individuali.
All’interno dei piani di welfare aziendale le polizze assicurative sono tra i servizi maggiormente offerti dalle aziende ai loro dipendenti. A confermarlo è il Welfare Index Pmi, in base al quale vengono proposte dal 46,3% delle organizzazioni nazionali, ma se si escludono le polizze infortuni, che in molti casi sono obbligatorie, il tasso di iniziativa nelle assicurazioni scende al 17,1%. Fetta destinata però a lievitare nei prossimi anni complice da una parte un Paese come il nostro dove il welfare pubblico sta perdendo terreno e dall’altra l’aumento della voglia di protezione e cura da parte dei privati. Un binomio che apre interessanti prospettive di crescita alle società di assicuratrici. «Il sistema assicurativo può essere un partner ideale per il Sistema e per le aziende», ha detto Bianca Maria Farina, Presidente di Ania. «Del resto è in atto una profonda trasformazione dei bisogni dei cittadini nell’ambito previdenziale, sanitario e del risparmio con, necessariamente, una crescente partecipazione degli attori privati. Le assicurazioni sono pronte a giocare un ruolo chiave in questa trasformazione, creando un sistema di supporto per famiglie e imprese nuovo e sostenibile in affiancamento al sistema pubblico e in sinergia con tutti i principali operatori del sistema economico e sociale». In questa prospettiva è necessario che le compagnie attive nel settore sviluppino non solo nuovi prodotti e servizi in tema di previdenza integrativa e prevenzione, ma anche modelli di business e operativi originali che seguano logiche di servizio innovative. «Dobbiamo riflettere su come migliorare i nostri servizi. I clienti sono sempre più esigenti ed è prioritario ragionare su come garantire la qualità massima anche perché le assicurazioni coprono bisogni importanti», ha spiegato Farina. E alcune delle società del settore hanno risposto all’appello.
Generali fa da apripista
Un mercato con ampi margini di crescita
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Il confronto internazionale vede l’Italia al quarto posto in Europa e all’ottavo nel mondo per raccolta dei premi ma rispetto all’estero sono ancora poco diffuse le coperture assicurative contro i rischi del lavoro, della famiglia, della salute, del patrimonio. Si consideri infatti che il peso dei premi danni (non auto) rispetto al Pil – con un valore pari a circa l’1% – è meno della metà e in alcuni casi meno di un terzo rispetto ad altri grandi Paesi europei. Nello specifico la raccolta premi nei rami vita, dopo il massimo storico raggiunto nel 2015, è stata di 102 miliardi, 11% in meno rispetto all’anno precedente. Quella dei rami danni (l’1% in meno rispetto al 2015) – che è stata pari a circa 32 miliardi – ha visto una significativa diminuzione dei premi nel ramo r.c. auto (-5,6%), ma è interessante evidenziare l’importante crescita del ramo salute (+10%), che ha raccolto oltre 2,3 miliardi di euro.