La dimensione umana del welfare aziendale
C’è una strada per disegnare un futuro migliore, all’interno e all’esterno delle aziende. È una strada che pone il bene comune al di sopra di tutto. Lo spiega Elisabetta Dallavalle nel suo libro-progetto Tutta questione di BenEssere.
Nel corso della sua lunga carriera di welfare manager, Elisabetta Dallavalle ha capito che dare la priorità all’ascolto degli altri e alle relazioni è una carta sempre vincente e che restituisce molto anche in termini umani. Per questo ha deciso di condividere l’esperienza accumulata in questi anni nel libro-progetto Tutta questione di BenEssere (edizioni Licosia, 2019), nato anche grazie all’incontro con Francesco Rotondi, Direttore della collana “Il lavoro è cambiato. Cambiamo le regole” e Co-Fondatore dello studio giuslavoristico LabLaw. D’altra parte Dallavalle è da tempo impegnata in ambito welfare e non solo in azienda. Dal 2018 è membro del Comitato di Wellfeel, il progetto promosso dalla casa editrice ESTE sul tema del benessere organizzativo.
“L’idea di mettere su carta quanto appreso in questi anni mi è venuta guardando le mie figlie Francesca e Giulia, ormai quasi adolescenti”, racconta. “Ho pensato che il mio patrimonio di conoscenze in materia di Risorse Umane dovesse parlare principalmente alle nuove generazioni, in modo che anche loro possano cominciare presto ad agire per il benessere della persona”. D’altronde “la scuola, a suo modo, è un sistema organizzativo e mi piace pensare che i ragazzi possano iniziare a riflettere e a discutere questo tema fin da giovanissimi; è importante allenarli e orientarli verso il tema dello stare bene con se stessi e con gli altri”.
Tutta questione di BenEssere è un lavoro a più voci sul tema del welfare aziendale, ma è innanzitutto un modo di vivere: “Ho deciso di dar vita a questo progetto in quanto cittadina che nel suo piccolo vuole dare un contributo per rendere il mondo un posto migliore”. Un obiettivo, quello di Dallavalle, pienamente condiviso da coloro che hanno contribuito, attraverso alcuni interventi, ad animare questa discussione su carta: “Loro, come me, sono mossi dalle stesse motivazioni e sono tutte persone con cui ho condiviso parte del mio cammino, che hanno la mia stessa visione della vita e del lavoro e che hanno messo tantissimo entusiasmo in questo progetto”.
Ascolto e condivisione: le basi del welfare
Il tema del dello stare bene è molto ampio e in azienda si traduce in una serie di misure da attuare. Ma quando possiamo parlare di un welfare veramente attento ai bisogni dei singoli individui? “Sicuramente si deve partire dall’ascolto, che getta le basi per poi fare progetti rispetto al benessere della persona, d’altronde se salto questa fase non riesco a entrare in sintonia con l’altro né a occuparmi davvero di lui”, sottolinea.
Un altro aspetto rilevante è “andare a braccetto con la persona, condividere, farla sentire parte integrante del progetto”. E tutto questo si traduce in un modello vincente: “Quando siamo soddisfatti ne gioviamo in primis noi, poi l’impresa e infine anche il sistema-Paese”. Un tema fondamentale dunque, “che ci impone di alzare l’asticella e di fare cultura e chiarezza sull’argomento”. Per questo Tutta questione di BenEssere si propone come “una finestra aperta su questo agire in nome del benessere in tutte le sue sfaccettature”.
Oggi il welfare è al centro del dibattito pubblico, ma non sempre è stato così: “Quando ho iniziato a occuparmi di Risorse Umane, dando spazio alla vena sociale che scorre dentro di me, non se ne parlava molto, ho dovuto costruire un pezzetto alla volta la mia figura di welfare manager, che oggi è finalmente riconosciuta”, ricorda Dallavalle. E per portare avanti questo percorso l’autrice ha sempre attinto dalla sua personalissima cassetta degli attrezzi: “Sono partita dall’umiltà, un valore imprescindibile nella vita e nel lavoro, che mi ha fatto capire che non si finisce mai di imparare dalle situazioni e dalle persone che ci circondano”. Poi “ho capito che anche una singola persona può fare la differenza, può mettere il suo mattoncino e contribuire, nel suo piccolo, a creare un futuro migliore”. Infine c’è voluta “una buona dose di curiosità, perché è importante restare sempre ricettivi e prendere ispirazione dagli insegnamenti”.
Strumenti, questi, che ha voluto mettere a servizio di giovani e meno giovani nella sua pubblicazione: “Questo libro è una goccia che sto mettendo nell’oceano, ma la mia età, la maturità raggiunta sul lavoro e l’essere mamma mi hanno spinto a farlo, con la speranza che un domani ci siano tante altre gocce che si vadano ad aggiungere alla mia”.