Inps-Consulenti del lavoro: tra i due litiganti il terzo (l’azienda) paga
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Inps-Consulenti del lavoro: tra i due litiganti il terzo (l’azienda) paga

Inps, aziende e consulenti del lavoro sono in disaccordo sulla copertura di cassa integrazione per la settimana dal 29 marzo al 4 aprile 2021, che ha creato molti dubbi a livello normativo

 

Volano stracci tra l’Inps e i consulenti del lavoro, dopo l’ultimo comunicato stampa dell’ente previdenziale riguardo la Cassa integrazione Covid. La questione è che le 12 settimane di ammortizzatori sociali previste dalla legge di Bilancio 2021 finivano il 25 marzo 2021, e quelle concesse dal decreto Sostegni iniziavano il 1 aprile, lasciando scoperti gli ultimi giorni del mese. L’Unione nazionale di imprese Unimpresa aveva lanciato l’allarme già il 22 marzo 2021, senza ottenere risposte. Il 16 aprile 2021, l’Inps ha diffuso un comunicato in cui annunciava una prossima circolare in corso di emanazione, chiarendo però “che non vi sono ‘vuoti’ di copertura di cassa integrazione per la settimana dal 29 marzo al 4 aprile 2021 […]. Il primo giorno lavorativo dell’anno 2021 è stato il 4 gennaio e le 12 settimane decorrenti dal 4 gennaio terminano il 28 marzo 2021”.

 

Prima di questo comunicato, tuttavia, per far fronte al disorientamento nelle aziende tra fine marzo e inizio aprile, i consulenti del lavoro hanno consigliato ai clienti di fare ricorso ad altri strumenti in attesa del rinnovo della Cassa integrazione – per esempio utilizzando ferie o permessi – arrivando in qualche caso anche alla sospensione dell’attività per qualche giorno. “Il danno per le aziende ormai è fatto e la circolare Inps è arrivata fuori tempo massimo, perché le buste paga di marzo erano già chiuse. C’è anche la beffa, perché su quei giorni di sospensione le imprese hanno pagato i contributi”, ha spiegato alla stampa Vincenzo Silvestri, Presidente della Fondazione consulenti per il lavoro.

 

Lo conferma Roberto Corno, Consulente del lavoro e esperto di welfare aziendale: “Con il recente comunicato stampa, l’Inps una volta di più ha dimostrato di essere autoreferenziale e di non essere al servizio e nemmeno all’ascolto della società civile, innanzitutto facendo finta di ignorare che in questo momento, a contrastare gli effetti del Coronavirus, vi sono almeno tre diversi strumenti con diverse discipline e regolamentazioni (Cassa integrazione ordinaria, Cassa in Deroga, e Fondi di integrazione salariale)”. Inoltre Corno spiega che nel documento “si sostiene che il primo giorno lavorativo dell’anno non è il 1 gennaio ma il 4, un’interpretazione del calendario del tutto originale”. Per l’esperto, le indicazioni dell’Inps contraddicono la logica del calendario stesso e ledono la credibilità dei consulenti, che da un anno si occupano di questi casi.

 

Ancora più critico è stato Dario Montanaro, che guida l’Associazione nazionale dei consulenti del lavoro e che ha firmato un accorato comunicato a nome dell’associazione intitolato: “Non è vero che le integrazioni salariali previste nella finanziaria 2021 coprono i lavoratori fino al 31 marzo”. E il comunicato si conclude citando una celebre frase del comico Checco Zalone: “Ehi, ma sono del mestiere questi?”. Il punto, spiega Corno, è che in un anno sono stati emanati, solamente in materia di Coronavirus, 41 provvedimenti legislativi (tra leggi e decreti legge), 26 Dpcm, 202 Circolari Inps, 13 Circolari del Ministero del Lavoro, per un totale di oltre 15mila pagine di norme. “Il disorientamento delle imprese è quindi comprensibile. Il Consulente del lavoro vende certezze, se il suo ‘fornitore’ ossia lo Stato non gliene fornisce più, anche il professionista non potrà più giocare il suo ruolo”.

 

L’Inps, contattata da Tuttowelfare.info, non commenta le questioni sollevate dai consulenti, ma la Direzione centrale ammortizzatori sociali precisa che “nei prossimi giorni sarà pubblicata una circolare in materia”.

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