Chi va piano va sano e produce di più
In un mondo dominato dalla tecnologia, da miriadi di informazioni e dal multitasking, il rischio è di non riuscire a disconnettersi mai. Con la conseguenza di perdita della soglia di attenzione e della precisione, anche sul lavoro. Tornare a uno stile di vita più lento e consapevole è la soluzione.
Facebook, Twitter, Instagram. E ancora email, conference call, promemoria… L’avvento dei computer prima e degli smartphone poi ha radicalmente cambiato il ritmo delle nostre giornate. Il lavoro non è più scandito dal numero di ore passate davanti alla scrivania; le comunicazioni arrivano spesso anche la sera o nel weekend, rendendo sempre più labile il confine tra vita personale e professionale.
Gli esperti parlano di stress digitale e invitano ad abbracciare uno stile di vita più lento e consapevole. Un trend, questo, già ampiamente condiviso nell’ambito del cibo e dei viaggi, tanto che il Ministero per i Beni e per le Attività Culturali ha proclamato il 2019 come l’anno del “turismo lento”.
I veri protagonisti sono i cammini; se nel 2000 i pellegrini che si sono recati a Santiago di Compostela sono stati 55.000, nel 2018 il numero è salito a 327.378 (dati ufficiali Oficina del Peregrino). Una tendenza che ha preso piede anche nel nostro Paese, grazie alla presenza della Via Francigena. Pur essendo ancora assente un ufficio del pellegrino che fornisca statistiche ufficiali, recenti ricerche parlano di un 20% di turisti in più nel 2018 rispetto all’anno precedente.
Anche i treni d’epoca di Fondazione Fs Italiane, riattivati su nove linee ferroviarie, per un totale di 600 chilometri, hanno registrato numeri importanti; secondo l’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem), i turisti che hanno scelto questa modalità di turismo slow sono stati 130mila nel biennio 2016-17, con una crescita del 45% rispetto al biennio precedente.
Il rischio? Un cortocircuito da eccesso di informazioni
Turismo a parte, la vera partita si gioca sul terreno del lavoro, pilastro portante della quotidianità. Un ruolo fondamentale può essere assunto dal welfare, che incentivando misure come lo Smart working può rendere più sostenibile il ritmo vita privata-lavoro. Per abbattere il livello di stress digitale, però, ci sono anche altre pratiche che è auspicabile portare avanti a livello aziendale.
Ne abbiamo parlato in esclusiva per Tuttowelfare.info con Lucia Landi, Responsabile Risorse Umane di Cassa di Risparmio di Cento, organizzazione che già dal 2015 ha intrapreso un percorso volto a migliorare il benessere per i collaboratori in materia di Mindfulness.
“Oggi siamo tutti depositari di moltissime informazioni, ma non sempre abbiamo gli strumenti adatti a processarle ed elaborarle. La tecnologia e i media fanno sembrare tutto a portata di mano, questo però si ripercuote sui nostri livelli di attenzione, che sono sempre più bassi”, spiega.
Un vero e proprio bombardamento: “Prima di andare in un ristorante guardiamo le recensioni, invece di leggere un articolo intero ci soffermiamo sul titolo, e via dicendo. Ci fidiamo a priori di quello che la Rete ci racconta, senza stare a chiederci se sia vero o meno”.
Tutto questo ha delle conseguenze; come è stato più volte ribadito dalla ricerca scientifica, il cervello è una macchina lenta, che necessita di un certo tempo per processare ciascuna informazione; il rischio nel lungo periodo, dunque, è quello di mandarlo in cortocircuito.
“Nel breve termine ci sentiamo performanti, ma poi arriva il rovescio della medaglia, ovvero l’aver consumato superficialmente tutte le nostre esperienze, senza prenderci il tempo e il lusso di assaporarle”, sottolinea la manager.
Il multitasking sta diventando una dipendenza: mangiamo mentre leggiamo le email, mandiamo messaggi mentre guardiamo un film al cinema, condividiamo foto mentre i nostri amici stanno parlando. In questo modo il momento presente passa in secondo piano: “Siamo sempre focalizzati sul passato o sulle aspettative verso il futuro, senza mai goderci l’attimo che stiamo vivendo”.
Eppure, per ridurre questo disagio, basterebbe partire da un piccolo passo: fare una cosa alla volta, per quanto possibile. Limitare le distrazioni, dedicare concentrazione al compito che stiamo svolgendo, senza lasciare che il trillo del nostro telefono ci disturbi di continuo. La tecnologia nasce come supporto per l’uomo e tale deve restare: “Dobbiamo riprenderci il ritmo della nostra vita o rischiamo di essere travolti”, spiega Landi.
Il benessere? Una questione di consapevolezza
Per rispondere a queste nuove sfide, la Cassa di Risparmio di Cento ha deciso di ‘correre ai ripari’ portando avanti innanzitutto delle giornate di formazione dedicate al benessere, attraverso le pratiche di Mindfulness e digital detox: “Abbiamo intrapreso questo percorso per diffondere nei nostri colleghi maggiore consapevolezza e portarli a una presa di coscienza pura. Il riscontro è stato più che positivo, tanto che abbiamo deciso di ampliare l’offerta proponendo anche lo studio di tecniche di memoria”.
Un’arma in più per combattere la distrazione sul posto di lavoro: “La presenza mentale permette di ampliare le proprie facoltà cognitive e di dedicare maggiore attenzione al proprio quotidiano lavorativo”.
Il percorso è poi culminato con una giornata dedicata alla digital detox e alla gestione consapevole dei social media, seguita da 365 dipendenti: “Al principio quest’iniziativa ha destato curiosità, perché oltre all’anima fisica, la nostra banca ha una forte connotazione digitale, poi però il successo è stato equanime”.
Il corso ha infatti offerto delle prospettive interessanti: “Innanzitutto è stato sfatato il mito del multitasking e della velocità, che molto spesso si traduce in imprecisione e superficialità, poi è stata posta l’attenzione sui meccanismi a cui l’utilizzo eccessivo dei social ci sta sottoponendo, ovvero lo stimolo del pensiero automatico e non ragionato”.
Invece è importante riportare sul luogo di lavoro la giusta concentrazione: “Spesso siamo presenti fisicamente, ma con la testa siamo altrove. Dobbiamo tornare a valorizzare il momento presente e costruire le previsioni e il pensiero strategico su basi solide, d’altronde è appurato che una mente calma e riflessiva prende decisioni più lucide”.
Vista la qualità dei risultati raggiunti, il piano per il futuro è quello di proseguire lungo questo cammino: “Non si può scendere da questa giostra, la tecnologia farà sempre più parte della nostra quotidianità ed è giusto che sia così. L’importante è imparare a gestirla in maniera sana, continuando sempre a coltivare il pensiero creativo, l’empatia e l’intelligenza emotiva, tutte qualità che rendono ineguagliabile l’essere umano”.