Stipendio o tempo libero? Gli italiani preferiscono il secondo
Stipendio o tempo libero? Una domanda a cui i lavoratori italiani rispondono in maniera convinta. Scegliendo il tempo libero. A certificarlo è report “Rapporto tra generazioni nel mondo del lavoro” realizzata da Heineken Italia e condotta da AstraRicerche secondo cui più di un lavoratore su due (51,5%), su un campione di oltre 1.000 lavoratori di diverse generazioni tra Baby Boomers (1946-64), GenX (1965-80), Millennials (1981-96) e GenZ (1997-2012), mette al primo posto il tempo libero per svolgere altre attività. Sorprendentemente, lo stipendio non si colloca nemmeno al secondo posto, ma infondo a una classifica che vede il 40.7% dei lavoratori indicare possibilità di crescere e sviluppare competenze attraverso l’offerta formativa (40,7%) e al terzo la flessibilità nei tempi e nei luoghi di lavoro (40,5%). Guadagnare molto a fronte di molte ore lavorate, invece, interessa solo all’11% del campione.
Il rapporto, poi, si focalizza sulle necessità delle varie generazioni. Tra i lavoratori più giovani, il dilemma tra stipendio e tempo libero, viene risolto a favore del work-life balance, che sembra essere il parametro più importante per i lavoratori Millenials e appartenenti alla Gen Z, per i lavoratori appartenenti alla Generazione X la priorità è l’acquisizione di nuove competenze. Le differenze, invece si assottigliano moltissimo quando si parla di welfare aziendale e ambiente di lavoro, visto che tutti, o quasi, ritengono imprescindibile l’attenzione al lavoratore come ‘persona’ (per l’86% molto o abbastanza e per il 54% molto importante).
Dallo studio emerge anche il valore generato tra l’interazione di persone appartenenti a diverse generazioni, che viene considerato un grande vantaggio quando viene raggiunto (68%) ma anche qualcosa difficile da ottenere (49%). Tante le opportunità di crescita e di creazione di valore create dal rapporto intergenerazionale positivo in azienda: miglior clima aziendale grazie a stimolanti momenti di socialità, networking e attività di squadra (40%), eterogeneità di visione (39,5%), consolidamento delle competenze funzionali grazie alla combinazione di esperienze e studi aggiornati (38,5%), maggiore capacità di intercettare i bisogni delle diverse fasce di consumatori (38%) e maggiori competenze digitali per la popolazione aziendale (36,7%).