Lavoro e famiglia: sempre più donne rinunciano alla carriera per accudire i cari
Sono 2,6 milioni le donne che dal 2018 al 2023 a fronte di un incremento dell’occupazione femminile ha deciso di stare a casa con la famiglia. Nel giro di pochi anni si è passati da 2,525 a 2,659 milioni facendo registrare un incremento del 5,3%. La fascia d’età che ha fatto registrare un aumento più significativo riguarda le donne in carriera (55-64enni). In questo segmento sono più di 200mila ad aver deciso di lasciare il proprio impiego. Stando ai dati del rapporto a pesare sarebbero gli ingenti (e sempre in aumento) costi di assistenza dei parenti più anziani e non autosufficienti. Se si sommano i costi di gestione, che spesso superano le entrate mensili, alla poca flessibilità garantita dal datore di lavoro ecco che risulta chiaro come la necessità di prendersi una pausa lavorativa sia più che fondamentale. Il 57,7% dei nuclei familiari afferma che il costo della badante assorbe oltre del 50% del reddito disponibile mentre più del 30% degli intervistati afferma che sia una spesa che in molto casi supera addirittura il 70%.
Lavoro e neomamme
Un altro tema che si aggiunge al dibattito è quello relativo alle neomamme. Già, perché nonostante le spese per i servizi di baby-sitting siano leggermente inferiori rappresentano comunque un esborso mensile da non sottovalutare per le famiglie. Secondo le stime del rapporto 2024 Family (Net)Work – “Laboratorio su casa, famiglia e lavoro domestico” i servizi di colf e tutoraggio dei bambini assorbirebbero, nella maggior parte dei casi, circa il 15% del reddito disponibile.
Stando ai dati dell’Ispettorato del lavoro solo nel 2023 le donne che hanno rinunciato alla propria occupazione per le difficoltà a conciliare maternità e lavoro sono state oltre 61mila. Questo dato sottolinea ancora una volta quanto sia difficile per le mamme italiane mantenere la propria posizione all’interno dell’ecosistema lavorativo. L’obiettivo deve essere quello di cercare di favorire un maggiore equilibrio visto che, dati alla mano, una donna su cinque (circa il 18%) rischia di uscire dal mercato del lavoro dopo la nascita del primo figlio. Percentuale che estremamente superiore se confrontata agli uomini (8%). Per questo servono investimenti, anche pubblici, per superare un contesto dove ancora oggi ci sono troppe donne che rinunciano al lavoro per occuparsi della famiglia.
A questo proposito Manageritalia, la Federazione Nazionale dirigenti, quadri ed executive professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato, sottoporrà alla politica cinque proposte al fine di favorire una genitorialità condivisa e che non penalizzi la carriera delle donne. Tra le proposte:
- agevolazioni e bonus: (es: 400 euro per l’acquisto di beni e servizi necessari al nascituro);
- estensione del congedo di paternità;
- sgravi contribuitivi per le aziende
L’associazione dei manager si impegna a promuovere una profonda trasformazione culturale che superi le disuguaglianze di genere, valorizzando i diritti e i doveri di tutti i genitori e sostenendo le donne nel conciliare vita lavorativa e maternità. Questo cambiamento è fondamentale per la crescita demografica e lo sviluppo economico del Paese.