Unione Europea, la parità di genere in crescita
L’Agenzia europea per l’uguaglianza di genere (Eige) ha rilasciato l’edizione 2023 del Gender Equality Index il rapporto che misura la parità di genere in negli stati dell’Unione e per una volta arrivano buone notizie. Con un punteggio di 70,2, dove 100 indica la parità, il punteggio è arrivato ai massimi storici, con una crescita di 1,6 punti rispetto allo scorso anno. L’indice viene costruito misurando sette aree diverse: potere, partecipazione al mercato del lavoro, salute, tempo, violenza, educazione e ricchezza e vede una netta disparità nel suo andamento all’interno dell’Unione. Ai vertici, si classificano i paesi del Nord Europa, come Svezia, Olanda e Danimarca che possono vantare un punteggio bel al di sopra di quello medio, dall’altro lato ci sono paesi come Italia e Portogallo, che negli ultimi 10 anni stanno crescendo più velocemente rispetto a molti altri, ma che restano con valori ben al di sotto della media europea. A fare la differenza tra donne e uomini è ancora la disparità in famiglia, in particolare quando si tratta di lavori di cura, ma in questo caso, anche grazie alla tecnologia, la forbice sembra ristringersi.
Italia tra luci e ombre
Guardando al caso specifico italiano, notiamo una crescita doppia rispetto a quella europea (3.2), che ci permette di arrivare a un punteggio di 68.2, che rimane al di sotto della media europea, ma anche sotto a tutti paesi del G7 e anche a quelli del G20. A pesare sul punteggio italiano sono le fortissime disparità che ancora caratterizzano il mondo del lavoro. Basti pensare che in Italia è occupata poco più di una donna su due (52.6%), mentre nel resto d’Europa a lavorare sono due donne su tre. Un dato questo che ci conferma, ancora una volta, all’ultimo posto della classifica per quanto riguarda l’occupazione, una posizione che occupiamo ininterrottamente dal lontano 2010. La strada verso la parità di genere, insomma, è ancora lunga in Italia, più lunga che altrove.
Donne e potere
Buone notizie, a livello europeo, arrivano invece sul fronte delle posizioni chiave occupate da donne, che sono in continuo aumento e per la prima volta, da dieci anni a questa parte, il 33% dei parlamenti e dei consigli di amministrazione è composto da donne. A questo proposito, nel report di Eige si legge che: “La legislazione apre la strada a cambiamenti significativi. Le quote regolamentate in otto Stati membri dell’Ue hanno contribuito a rompere il soffitto di vetro nelle aziende, portando più donne ai vertici e portando più innovazione, creatività e produttività nei consigli di amministrazione. Si spera che la direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle società, approvata lo scorso anno, mantenga lo slancio e abbia un effetto di ricaduta su altri Stati membri dell’Ue”.