Il cuore invisibile dei mercati
Nel 2020 la Finanza sociale varrà qualcosa come 20 miliardi di euro in Europa, di cui 2,8 circa in Italia. E siamo solo agli inizi.
«Per uscire dalla rigidità di un modello in affanno rispondendo efficacemente alla pluralità di bisogni sociali, anche nuovi, che attraversano le società contemporanee, occorre spalancare la stagione dell’innovazione, dell’imprenditorialità sociale e della finanza d’impatto. (…)». Così scriveva, nell’introduzione del Rapporto La finanza che include, Giovanna Melandri, nella veste di Presidente dell’Advisory board italiano della Social impact investment task force istituita in ambito G8 e da poco eletta membro del Trustee Board del GSG, il network mondiale dell’impact investing, guidato da sir Ronald Cohen.
Ma cosa si intende esattamente per Finanza d’impatto? Si tratta di investimenti in imprese e organizzazioni da parte di banche o fondi con l’obiettivo di generare un impatto ambientale e sociale positivo misurabile e in grado, allo stesso tempo, di produrre un ritorno economico per gli investitori.
In particolare, per quanto riguarda la componente sociale dell’impatto, gli investimenti finanziano progetti in settori come l’inclusione sociale, la salute, l’educazione o l’housing sociale. Strumenti preziosi, insomma per promuovere il benessere della comunità attraverso la crescita dell’imprenditorialità sociale. Termine quest’ultimo che non si riferisce solo alle imprese no profit. Cooperative, Fondazioni filantropiche, ma anche ad aziende private.
4 le caratteristiche dell’investimento a impatto
Per essere considerato di impatto un investimento deve avere 4 caratteristiche: l’intenzionalità dell’investitore di produrre un effetto positivo dal punto di vista sociale e ambientale; l’attesa di un rendimento finanziario, che può variare in funzione degli obiettivi dell’investitore, ma che, in ogni caso, deve prevedere almeno il rientro del capitale investito; la misurabilità dell’impatto sociale e ambientale generato, attraverso strumenti e metodi specifici e infine la rendicontazione degli impatti, che viene effettuata attraverso la pubblicazione di una reportistica dedicata: il report d’impatto, appunto.
Cresce l’interesse verso i Sri
Il crescente interesse da parte dei risparmiatori verso gli investimenti Socialmente responsabili, lascia ben sperare in un loro sviluppo costante nel tempo. In particolare, per quanto riguarda il mercato del l’Impact Investing che, seppur caratterizzato dalla presenza di strumenti finanziari molto diversi fra di loro e di classi di beni differenti, in base alle ultime stime nel 2020 varrà qualcosa come 20 miliardi di euro in Europa, di cui 2,8 circa in Italia. Per questo le aziende dovrebbero prestare sempre più attenzione al loro operato in campo ambientale e sociale, anche perché da un po’ di anni ormai, le attività delle imprese in questi due ambiti, costituiscono un importante elemento di valutazione da parte degli investitori istituzionali e non.
«La maggior parte degli investitori istituzionali, dei fondi sovrani e dei fondi pensione non affiderà patrimoni a società di gestione che non valutano questi fattori», ha dichiarato di recente ai media Paul Smith, Presidente e Ceo del Cfa Institute. «Per ora il social investing è un po’ ai margini nell’analisi degli investimenti, ma penso stia diventando un aspetto più centrale», ha poi aggiunto il manager. Non a caso di recente la Commissione Europea ha varato un Piano d’Azione per favorire gli investimenti sostenibili, si partirà da un sistema condiviso di definizioni e classificazioni per le attività sostenibili sotto il profilo ambientale e sociale. Solo un primo passo verso un nuovo modo di fare business e welfare.
«Se una nuova generazione intende fare la differenza, non solo per fare profitto, ma per fare del buono e per fare bene, sarà ispirata dai modelli di profitto orientato a uno scopo. Gli investimenti a impatto sociale fanno presagire una vera e propria rivoluzione, guidata dall’innovazione», ha detto Sir Roland Cohen. «Essa porterà ad accumulare tra due o tre decenni trai 60 miliardi di dollari provenienti dalla micro finanza e i 3 mila miliardi di capitale di rischio e di capitale di investimento. Per la filantropia, che ha iniziato tutto questo, è l’occasione per stare al passo con i cambiamenti del tempo».
La situazione in Italia
In Italia il termine finanza di impatto è ancora poco conosciuto, ma qualcosa si sta muovendo. Stando ai dati raccolti dal Report dell’Osservatorio Socialis nel 2017 l’80% delle imprese con oltre 80/100 dipendenti dichiara di impegnarsi in iniziative di CSR, per un investimento globale che ha superato il miliardo e 122 milioni di euro. Di questi molti però sono diretti nell’area ambientale, ancora bassa, anche se in crescita, la quota destinata all’ambito sociale.