Rita aiuta chi ha perso il posto di lavoro
La Rendita integrativa temporanea anticipata consente ai disoccupati da almeno due anni di andare in pensione 10 anni prima dell’età pensionistica prevista dalla Legge Fornero.
Un aiuto per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro arriva da Rita, ovvero la Rendita integrativa temporanea anticipata). La normativa è stata introdotta dalla legge di Stabilità del 2017 per chi ha un’età inferiore di 5 anni rispetto a quella prevista per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi nel 2018 che scatteranno a 67 nel 2019) e desidera ritirarsi dal mondo del lavoro in anticipo. Dunque chi quest’anno compie 61 anni può richiedere al proprio fondo di pensione integrativa l’erogazione totale o parziale della somma accantonata a condizione di avere maturato almeno 20 anni di contributi nel sistema pensionistico pubblico e 5 anni di partecipazione al fondo pensione. Ma se un lavoratore ha perso l’occupazione da oltre 24 mesi può accedere a Rita anche quando mancano 10 anni all’età pensionistica ovvero a 56 anni e sette mesi nel 2018, con però sempre almeno 5 anni di partecipazione al fondo. restano esclusi gli appartenenti alle casse professionali.
Le modalità di richiesta della Rita variano a seconda del fondo previdenziale che deve adeguare il proprio statuto.
Come funziona
In pratica l’assegno pensionistico percepito negli anni precedenti alla pensione grazie alla Rita è finanziato dal fondo di previdenza complementare al quale è iscritto il lavoratore. A differenza dell’Ape Volontario, quindi, Rita è più conveniente visto che non è prevista alcuna restituzione delle somme richieste in anticipo. Un altro vantaggio è il regime fiscale a cui la Redita integrativa temporanea anticipata è sottoposta. Il lavoratore che la richiede, infatti, subisce una ritenuta del 15% oltre alla riduzione dello 0,30% per ogni anno successivo al quindicesimo di partecipazione al fondo. Con una aliquota minima che non può scendere al di sotto del 9%.