Quando il welfare genera welfare

Quando il welfare genera welfare

Fronteggiare l’aumento delle vulnerabilità con una strategia di azione condivisa e plurale che favorisca la connessione fra welfare aziendale, contrattuale e municipale a beneficio di un modello territoriale generativo. Questi gli obiettivi di Valoriamo, rete nata nel lecchese.

 

 

Si chiama Valoriamo ed è un progetto nato sul territorio lecchese che ha visto coinvolte numerose realtà pubbliche, private e dell’associazionismo. Obiettivo dell’iniziativa, che ha come capofila il Consorzio Mestieri Lombardia, è di indirizzare le esigenze delle cosiddette nuove fragilità intervenendo in anticipo su una loro possibile cronicizzazione. Le Fragilità alle quali il progetto si rivolge, emerse anche grazie alle analisi compiute per l’erogazione del Reddito di inclusione, sono stimate in 1.500 casi nel triennio e sono rappresentate in larga misura dai cosiddetti insospettabili con criticità solo in apparenza lievi. Separati, ragazze madri, disoccupati over40, «che vengono supportati nel loro cammino di reinserimento mediante percorsi formativi anche alla luce del fatto che la domanda di professionalità è attualmente in crescita. si intende», ha detto Anna Riva, Responsabile del progetto. «Vogliamo evitare che la loro situazione diventi cronica ed essi diventino peso e non risorsa, quale invece sono, per tutta la comunità».

2,5 milioni in tre anni per stimolare l’inclusione lavorativa

 

Attraverso un plafond da oltre 2,5 milioni di euro in tre anni (900 mila sono stati stanziati da Fondazione Cariplo, il resto deriva da «risorse pubbliche, fundraising, marketing sociale e welfare aziendale), si punta a stimolare «l’inclusione socio-lavorativa» afferma Riva. Una parte delle somme erogate attraverso i sistemi di welfare aziendale si trasforma così in uno dei motori primi del progetto; e il panorama imprenditoriale della provincia ne diviene il beneficiario. Perché delle azioni inclusive di cui sopra alcune sono dedicate alla formazione prima e al reinserimento professionale, poi, dei senza lavoro, in un momento storico in cui le filiere locali avvertono più che mai il problema della carenza di braccia e teste specializzate.

 

Pubblico e privato

 

«Valoriamo», ha spiegato Riva, «nasce dalla volontà del terzo settore, del pubblico, della fondazione comunitaria lecchese e per finire dei sindacati, di trasformare il welfare in un patrimonio per il territorio». Per Riva tutto ruota quindi attorno al bisogno di «ricomporre le esigenze del pubblico e del privato utilizzando i fondi per lo sviluppo del lavoro e delle politiche di inclusione sociale». L’accordo siglato con la piattaforma dedicata Tre Cuori consente di far sì «che l’1% del transato riconducibile al welfare aziendale alimenti un fondo di inclusione lavorativa». Garante del fondo è la Fondazione Comunitaria Lecchese; mentre a definire le strategie di sostegno al lavoro è un comitato di gestione ospitato presso la Fondazione stessa. Tre sono dunque i pilastri di Valoriamo: il settore pubblico, la piattaforma Tre Cuori e il marketing sociale. Quest’ultimo si concretizza secondo Anna Riva «nella stipula di convenzioni mirate con gli attori del territorio, che una volta raggiunta una determinata mole di acquisti destinano parte dell’ammontare all’iniziativa» nelle sue molteplici declinazioni.

 

Un patto di comunità

 

Le vulnerabilità sono «intercettate dai servizi sociali, dalle reti informali territoriali, dal segretariato sociale e dagli sportelli delle associazioni di categoria; laddove i beneficiari coinvolti saranno presi in carico su base territoriale con micro-interventi personalizzati». È in corso d’opera la creazione di una rete di sportelli (hub) dedicati gestiti da personale formato opportunamente. Il software Ambrogio è invece pronto a fungere da anello di raccordo fra le soluzioni informatiche di accesso ai servizi di welfare aziendali e i fornitori dei servizi. Altro aspetto importante è la definizione assegnata a Valoriamo e cioè quella di programma a chilometro zero. «Trova la sua spiegazione», ha argomentato l’intervistata, «nel fatto che il piano deriva da precise scelte di responsabilità sociale di impresa e nel dettaglio dalla decisione da parte delle aziende di mettere a disposizione nei rispettivi panieri di welfare i servizi offerti da soggetti presenti e attivi sul territorio che a loro volta partecipano al fondo. Le risposte ai bisogni espressi dai lavoratori non possono che essere costruite insieme e dando vita a un ambiente propizio, favorevole all’attivazione di politiche davvero inclusive».

 

Il welfare aziendale al servizio del sociale

 

Non a caso, è dai canali del welfare aziendale e del marketing sociale che si conta di trarre una somma addizionale pari a 150 mila euro in tre anni, rispetto alla dotazione di partenza. Il definitivo varo di Valoriamo era atteso per settembre mentre a oggi la cerimonia di lancio ufficiale è stata fissata al prossimo novembre. Si attende infatti per la fine ottobre lo sblocco dei budget di Fondazione Cariplo, per una operatività a pieno regime pronosticata a gennaio. Gli enti coinvolti sono Mestieri Lombardia; Consorzio Consolida Cooperativa Sociale; CSV Monza Lecco Sondrio; Welfare Lab, Sineresi Cooperativa Sociale. Finanziatrice pubblica è la Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val D’Esino e Riviera; laddove gli aderenti pubblici alla rete sono il distretto di Lecco, gli ambiti distrettuali di Merate, Bellano, Lecco; il comune e la provincia di Lecco; l’azienda speciale Retesalute; Agenzia di Tutela della salute Brianza. Fra le fondazioni, oltre a Cariplo, ci sono Fondazione comunitaria del lecchese Onlus e il Fondo Carla Zanetti. Oltre alla Camera di commercio di Lecco sono presenti Network Occupazione Lecco; Ance Lecco Sondrio, Api Lecco (Associazione Piccole e Medie Industrie); Confcommercio Lecco, Confartigianato Imprese Lecco, Confesercenti Lecco, Confcooperative dell’Adda, Cna del Lario e della Brianza, Ust Cisl Monza Brianza Lecco, Uil del Lario e Secondo Welfare.

About the Author /

02@mediainteractive.it