Il welfare nell’era Covid è tanta consapevolezza, ma poca pratica
La pandemia rallenta le ‘buone pratiche’, ma le imprese ne comprendono sempre più l’importanza. Così i sostegni alle famiglie crollano. E i benefit slittano al 2021.
Le misure di welfare integrativo? Fondamentali anche in ambito sostenibilità, anche se la quasi totalità delle aziende restano convinte che le buone pratiche siano quelle atte a ridurre l’impatto ambientale. In fondo la parola “sostenibilità”, per le imprese, ha tre sfaccettature: ambientale, sociale ed economica. Ecco quindi che nove aziende su 10 fanno la raccolta differenziata; la metà si impegna nel risparmio energetico e di acqua; il 100% punta, nello sviluppo di nuovi prodotti, alla riciclabilità dei materiali.
Il Quarto osservatorio annuale Sostenibilità & Comunicazione, promosso da Mediatyche e Homina e curato da Format Research, ha fotografato la situazione del welfare aziendale nel 2020, alla luce dell’emergenza sanitaria in corso. Lo studio è stato effettuato su un campione di 488 aziende, con più di nove addetti e appartenenti ai settori dell’Industria, del Commercio all’ingrosso, dei Servizi alle imprese e del Finance.
La crisi ha ridotto la sostenibilità sociale
Più del 60% delle imprese coinvolte nella ricerca pensa che, per essere sostenibili, sia necessario soddisfare tutte e tre le aree (sociale, ambientale ed economica), ma sono molti gli ostacoli che impediscono di raggiungere i risultati sperati. Primo fra tutti, quasi un’azienda su due – per lo più Piccole medie imprese (PMI) – lamenta mancanza di budget e di personale con le giuste competenze.
Il 56,4% delle aziende, soprattutto di grandi dimensioni, punta a forme di welfare integrativo, la cosiddetta sostenibilità sociale. Fra i benefit più diffusi ci sono programmi di inclusione per migliorare il clima aziendale, premi di produzione (previsti dal 39% delle imprese analizzate), assicurazioni sanitarie (30%) e l’adesione a piattaforme di welfare. L’emergenza in corso ha, però, costretto il 40% di esse a rinunciare alla mensa interna e il 18% alla chiusura dei nidi.
D’altra parte il Covid ha favorito la diffusione di forme di lavoro alternativo, spesso chiamate, non sempre correttamente, Smart working. Nel 2020 moltissime aziende (quasi una su due) hanno implementato la modalità di lavoro da remoto, per far fronte alle esigenze di distanziamento sociale imposte dalla pandemia. E il 50% di queste pensa di proseguire con questa pratica anche una volta contenuta l’emergenza pandemica.
La sostenibilità come elemento competitivo
In questo anno particolare molte imprese si sono convinte dell’importanza di attuare misure sostenibili per essere più competitivi e costruire (o migliorare) la propria brand reputation. Già da due anni, infatti, le aziende dedicano il 10% degli investimenti destinati alla comunicazione, per divulgare le proprie azioni sostenibili. Nonostante ciò solo nel 17% delle imprese coinvolte nello studio hanno all’interno una figura professionale apposita.
Secondo lo studio, tuttavia, questi mesi di emergenza sanitaria stanno convincendo le imprese ad assumere professionisti che possano renderle maggiormente sostenibili. Per il 2021, infatti, tutte le aziende prevedono l’implementazione di buone pratiche.
La sostenibilità, dunque, è vista come un plus. Infatti, l’8,5% delle aziende operanti nell’Industria e nel Commercio all’ingrosso è riuscita a conquistare nuovi clienti proprio grazie a questo fattore e il 13% ha privilegiato fornitori che operassero in una filiera sostenibile. Le PMI hanno subìto la crisi dovuta al Coronavirus, motivo per cui è necessario, secondo Massimo Tafi, Fondatore di Mediatyche, e Omer Pignatti, CEO di Homina – curatori dell’Osservatorio – sostenerle nell’introduzione di pratiche legate alla sostenibilità, magari premiando le aziende che redigono il bilancio di sostenibilità.
Questa necessità è stata confermata da Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, che ha affermato di aver predisposto appositi strumenti per sostenere le aziende italiane (in particolare le PMI) a introdurre pratiche green. Insomma le premesse ci sono e anche le opportunità, ora sta alle imprese saperle cogliere…