Il carpooling aziendale fa bene al portafoglio e all’ambiente
Sono 1.700 le imprese italiane che propongono il carpooling tra i servizi di welfare aziendale. Un numero destinato a crescere nei prossimi anni anche tra le Pmi. Ma non mancano i limiti.
Oltre 670mila euro risparmiati e 420 tonnellate di Co2 in meno immesse nell’aria. Sono solo alcuni dei dati che dimostrano il successo sempre maggiore del carpooling aziendale, ovvero della mobilità condivisa fra i dipendenti della stessa impresa grazie a forme di welfare molto innovative. Solo nel 2018, secondo il nuovo rapporto sulla Mobilità sostenibile aziendale elaborato da Jojob-Carpooling aziendale, i lavoratori italiani hanno percorso tre milioni di chilometri in meno con le proprie auto, percorrendo la tratta casa-lavoro in carpooling, ma anche a piedi, in bici o con le navette aziendali. E questo si è tradotto in benefici non solo economici, ma anche ambientali. Il sistema permette ai dipendenti di condividere il percorso fra la propria abitazione e il posto di lavoro con i colleghi.
In poco tempo il successo di queste iniziative è stato enorme, basti pensare che in un solo anno i chilometri percorsi in carpooling da chi si è recato in ufficio trasportando collaboratori e amici sono quasi raddoppiati (+86%), arrivando a quota 2.362.039. Questo ha permesso di togliere dalle strade 116.569 auto e di non emettere in atmosfera l’equivalente di un bosco di 21.079 alberi (+89% rispetto al 2017).
Anche le aziende che propongono questa forma di welfare sono aumentate esponenzialmente. «Oggi nel nostro Paese sono almeno 1.700. Si tratta di un numero in continua crescita, segno di quanto queste iniziative stiano prendendo piede in tutte le realtà lavorative», conferma Federico Isenburg, ceo e fondatore di Easy Welfare, una delle società più importanti nel panorama del welfare aziendale nazionale. La mobilità condivisa è insomma diventata una realtà nel nostro Paese, soprattutto al Nord. La Lombardia è la regione con il più alto numero di utenti.
Più efficace nelle grandi aziende
«Questo sistema funziona soprattutto nelle grandi aziende, nelle quali è più facile trovare il compagno con il quale condividere il percorso di viaggio», spiega Isenburg. «Nelle realtà di piccole e medie dimensioni il carpooling è efficace se accompagnato dalla creazione di reti interaziendali con imprese limitrofe». I vantaggi sono comunque moltissimi, a cominciare dal risparmio economico per il lavoratore e per l’azienda. Ma c’è anche una riduzione dell’impatto ambientale, un aumento della socialità e una diminuzione dello stress legato ai tragitti quotidiani.
Ancora molti i limiti in Italia
Nonostante questo ci sono ancora alcuni limiti in Italia, che impediscono alla mobilità condivisa di diventare un fenomeno esteso a tutti i cittadini: «Sicuramente è ancora presente una barriera culturale. Ma là dove si riescono a scalfire i preconcetti iniziali il carpooling diventa una forma di welfare sicuramente molto apprezzata», dice l’esperto. «Le aziende che attivano questo servizio possono usufruire delle certificazioni ambientali ed energetiche da inserire nel bilancio di sostenibilità. Inoltre, questo sistema può generare una riduzione di alcuni costi, per esempio quelli legati ai posteggi, oltre che una diminuzione dell’assenteismo». Va poi detto che si tratta di un servizio di semplice fruizione. «Solitamente il carpooling è coordinato da piattaforme e applicazioni per smartphone attraverso le quali gli utenti possono mettersi in contatto tra loro in base alle tratte da percorrere e al periodo utile per formare gli equipaggi», conclude.
L’analisi delle esigenze dei lavori è il primo step
Fra le realtà che propongono questo servizio nel nostro Paese c’è Jojob, provider di carpooling attualmente più attivo in Italia, nata nel 2014 proprio con l’obiettivo di agevolare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti di aziende limitrofe. «Inizialmente nel 2011, come Bringme, avevamo lanciato un progetto legato al carpooling in Italia, il primo al mondo a dotarsi di un’app per smartphone in grado di certificare la compresenza in auto di uno o più passeggeri: un’innovazione che ci ha portato ad essere accolti all’interno dell’I3P Incubatore del Politecnico di Torino», racconta il Ceo e fondatore, Gerard Albertengo. «All’interno del quale abbiamo sviluppato la nostra idea e creato un servizio diverso da altri già in circolazione e che allo stesso tempo potesse soddisfare le richieste di un’ampia fetta di utenti. Nel nostro Paese il numero di pendolari casa-lavoro si aggira intorno ai 18 milioni». Di qui è nato un metodo oggi usato da molte aziende. «Consiste nell’analisi approfondita delle esigenze dell’impresa stessa, l’avvio informatico della piattaforma con il lancio della comunicazione interna e l’attivazione fisica del Team Jojob che va a spiegare tutte le funzionalità del servizio aumentando così l’adesione al carpooling», prosegue Albertengo. «Tutto è studiato e progettato per rispondere alle esigenze dei pendolari che quotidianamente percorrono la tratta casa–lavoro. Per aderire basta scaricare l’app, iscriversi e cercare le persone che abbiano un tragitto compatibile. Una volta a bordo, è sufficiente iniziare sull’applicazione la certificazione del tratto condiviso: tramite il Conto J ogni utente ha a portata di mano l’esatta suddivisione delle spese, della Co2 risparmiata, dei chilometri percorsi. I viaggi consentono ai dipendenti di maturare dei punti per accedere a centinaia di promozioni offerte dalle aziende». Al momento il servizio riguarda oltre 2mila realtà produttive, delle quali 180 di grandi dimensioni. Ma Albertengo fa presente che la richiesta da parte delle imprese sta aumentando, anche tra le piccole e medie realtà.