Gore mette le donne in primo piano
La multinazionale al primo posto della classifica Best workplace for women 2018. A premiarla gli sforzi compiuti nell’ambito della diversity and inclusion.
Venti sono le realtà imprenditoriali italiane che fanno sentire le donne perfettamente a loro agio oltre che valorizzare al massimo la loro professionalità. A stilare la graduatoria è stato Great place to work institute, con la classifica Best workplace for women 2018 da poco uscita. L’analisi è stata condotta ascoltando il parere di oltre 109 mila collaboratori, in Italia e nel mondo, in 127 imprese nel corso dello scorso anno. Nel nostro Paese il gradino più alto del podio è W.L. Gore e Associati srl., attiva nel settore manifatturiero e chimico. Alle sue spalle la catena alberghiera Hilton e il colosso dell’abbigliamento H&M Hennes & Mauritz. «Siamo molto orgogliosi di questo risultato, diretta conseguenza degli sforzi che stiamo compiendo nell’ambito della diversity and inclusion», commenta Monika Fattorello, Hr per l’Italia di Gore. La multinazionale è famosa in tutto il mondo per aver sviluppato la tecnologia Gore-Tex, ma anche per la realizzazione di cavi hi-tech, componenti elettrici, materiali elettrochimici e tessuti di nuova generazione. Adesso è stata premiata anche per i servizi offerti alle sue dipendenti.
L’azienda permette infatti non solo la flessibilità di orario, ma anche di luogo. «Si può lavorare da casa quando si vuole, basta una semplice mail di informazione», prosegue Fattorello. «Si può anche decidere di lavorare di meno quando i figli o la famiglia hanno bisogno di maggiori attenzioni e poi recuperare in un secondo momento. Questo sistema si chiama working time on trust». E si basa, appunto, sulla fiducia nei confronti dei lavoratori. «Infine le spese mediche del nucleo familiare sono interamente coperte dall’azienda», va avanti la responsabile. In questa realtà il welfare riveste quindi molta importanza, uno sforzo immediatamente ripagato dalla lavoratrici. «Il clima aziendale è molto favorevole. I nostri dipendenti si trovano bene e lo dimostrano ogni giorno attraverso l’impegno eccezionale che portano», conferma.
Come in famiglia
Il risultato è un aumento della produttività: «Se le persone si sentono parte di un’azienda che si prende cura del valore umano, la produttività, o l’engagement come preferiamo chiamarla noi, non può che crescere. Se i nostri associati sono contenti, si trovano bene e quindi si impegnano e si danno forza reciproca per arrivare a obiettivi sempre più favolosi senza nemmeno che ci sia una specifica richiesta».
In proporzione aumenta anche il coinvolgimento delle dipendenti nella realtà dell’impresa: «Tutte noi ci sentiamo parte di una famiglia e non solo di un’azienda. Insomma, non ci sentiamo solo dei numeri come accade in altre situazioni. Conserviamo la tradizione di festeggiare le nuove nascite, gli anniversari i traguardi dei nostri colleghi. Diamo importanza allo stare insieme, al valore di ognuno di noi», spiega. In questo Gore è un caso abbastanza raro in Italia, dove c’è ancora molta strada da fare nonostante l’evoluzione positiva testimoniata da questa classifica. «Personalmente posso dire che nelle varie aziende nelle quali ho lavorato non ho mai trovato la cura dell’individuo, maschio o femmina, che ho scoperto qui. Quindi per me Gore è stata una sorpresa», confida Fattorello.
I lavoratori vanno ascoltati di più
Quello che, secondo Fattorello manca ancora nel nostro Paese è l’ascolto dei veri bisogni dei lavoratori. «La differenza maggiore rispetto alle realtà internazionali è l’assenza di una vera cura della persona. Invece bisognerebbe puntare su forme di welfare importanti. Incentivando, per esempio, il tempo da trascorrere fuori dall’ambito lavorativo, per curare hobby o famiglia. La flessibilità di luogo e orario è fondamentale per lavorare al meglio». Ecco perché Gore ha deciso di non fermarsi su questo fronte. «Stiamo studiando nuove forme di welfare. Il nostro obiettivo è ascoltare ed esserci sempre di più», conclude la responsabile.
Formazione personalizzata anche con Job rotation
Su questo stesso fronte si muove un’altra eccellenza del nostro Paese: Mars, azienda attiva nel campo dell’alimentazione. Qui le donne rappresentano più del 50 per cento del numero totale degli associati e il 40 per cento delle posizioni fra i membri del board. Un dato importante se confrontato con la media nazionale di donne al vertice, che raggiunge appena il 29 per cento. L’impresa, che si è posizionata al quarto posto della classifica Best workplace for women, ha già ottenuto il Premio Sviluppo per il sostegno al talento e al benessere di tutti gli associati. Qui la politica aziendale si basa su due pilastri: sostenere il talento di tutti e creare un ambiente di lavoro che risponda ai veri bisogni degli associati. «Ognuno ha la possibilità di seguire percorsi di formazione personalizzati e di partecipare a progetti di respiro internazionale. Questo è possibile anche grazie al modello di formazione 70/20/10, una formula in cui il 70 per cento dell’apprendimento è costituito dall’opportunità di provare le esperienze in prima persona, anche attraverso programmi di job rotation», spiega l’azienda. Pioniera anche dello smart working in Italia. «Abbiamo adottato dal 2009 politiche che consentono ai lavoratori di conciliare al meglio vita privata e lavorativa, gestendo in autonomia modalità e orari di lavoro. Mars Italia mette a disposizione gli strumenti necessari per poter svolgere il proprio lavoro in qualsiasi luogo e con tempi personalizzati: dai pc portatili all’abolizione di tutte le linee telefoniche fisse a favore di cellulari che permettono di gestire chiamate e altre funzioni sia personali che professionali». A questo si aggiunge un pacchetto di benefit: più permessi retribuiti per assistere figli e genitori non autosufficienti o la possibilità di convertire parte del proprio premio di risultato in una serie di servizi utili alla famiglia.