Coseeking, cercare un impiego è un lavoro di squadra
È partita da Torino la sperimentazione di un nuovo modello per rispondere alla necessità delle aziende di trovare personale. Ma anche per chi deve ricollocarsi. Un servizio che potrebbe presto entrare nei piani di welfare.
Cercare un nuovo lavoro da soli è un’esperienza estenuante, può essere difficile da affrontare psicologicamente e può rivelarsi frustrante anche per persone qualificate che potrebbero ricoprire ruoli importanti e richiesti. Cambiando punto di vista, pure per le aziende la ricerca di nuove figure professionali può essere lunga e complessa. Ecco perché a Torino è partita la sperimentazione di un nuovo modello che promette vantaggi per tutti i soggetti interessati: è il Coseeking.
Finanziato con fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, secondo le intenzioni degli ideatori l’iniziativa potrebbe diventare un’opportunità da offrire nei piani di welfare aziendale e ottenere il sostegno dell’Unione europea, come avviene già in Spagna. Una sorta di outplacement in versione 2.0 (o 4.0 se vogliamo essere di moda).
‘Il Sorpasso’ è un gruppo di una decina di disoccupati da lungo tempo tra i 40 e i 50 anni organizzato dalla Cooperativa Sociale Patchanka e ospitato dalla Casa del Lavoro – Servizio al Lavoro accreditato presso la Regione Piemonte – che ha dato vita alla prima sperimentazione in Italia di Coseeking, una ricerca del lavoro che i protagonisti definiscono “aumentata”.
Lo scopo è fornire un servizio più prossimo ai cittadini e più efficace per il mercato del lavoro, trasformando progressivamente un’agenzia per il lavoro in uno spazio che fonda i servizi di orientamento e di incontro fra domanda e offerta in una dimensione di comunità. Imprese, insieme con persone in ricerca di nuova occupazione, hanno quindi la possibilità di incontrarsi e collaborare realizzando l’obiettivo di trovare un’opportunità lavorativa per ogni partecipante del gruppo.
Il gruppo valorizza le competenze del singolo
Casa del Lavoro ha iniziato questo processo a febbraio 2019 sperimentando un metodo, denominato appunto Coseeking (dall’inglese “to seek”, “cercare”), che fosse di supporto all’individuo nella guida alla ricerca del lavoro. Si basa sulla valorizzazione delle competenze che le stesse persone in ricerca di lavoro possiedono e sulla capacità che la dimensione del gruppo ha di accrescerle (da qui l’idea del ‘Co’ che sta per cooperare) e, infine, sull’interesse dimostrato dalle imprese nel conoscere più da vicino le persone e partecipare allo sviluppo della comunità territoriale in cui generano il loro valore.
I risultati si vedono. In soli quattro mesi di attività sono stati infatti organizzati e realizzati direttamente dal gruppo incontri con consulenti del lavoro ed esperti dell’Agenzia Piemonte Lavoro, la partecipazione a meeting di tre differenti network aziendali, la realizzazione di una presentazione presso Randstad e l’incontro diretto con HR Manager e imprenditori torinesi.
Per Paola Pisano, Assessora all’Innovazione della Città di Torino, “il progetto coseeking affronta in modo innovativo la sfida sociale rappresentata della ricerca del lavoro, puntando sull’importanza della dimensione comunitaria per la valorizzazione delle relazioni e per il rafforzamento delle competenze professionali”.
L’esempio virtuoso della Spagna
Per la verità l’idea arriva dalla Spagna. Il modello nasce infatti dall’incontro con la Fundación Santa Maria La Réal (Madrid) – promosso da Ashoka Italia nel 2016 – che ha permesso a Casa del Lavoro di entrare in contatto con l’esperienza già consolidata delle Lanzaderas de Empleo y Emprendimiento Solidario, sviluppate in tutto il territorio nazionale spagnolo: dal 2013 sono nate 362 Lanzaderas (navicelle) con circa 7mila partecipanti coinvolti e un’efficacia di impatto netto di circa il 21% in termini di aumento occupazionale.
In Spagna l’esperienza è sostenuta direttamente dai Fondi sociali europei nonché da numerosi sponsor (che ne hanno finanziato anche studi di impatto) tra cui Telefonica Foundation. “Un progetto consolidato che Casa del Lavoro ha scelto di conoscere, studiare e sperimentare anche in Italia e che oggi pone all’attenzione delle istituzioni perché possano recepirla fra le politiche attive del lavoro locali e a potenziali ulteriori sponsor, non solo fra le fondazioni, ma anche fra le imprese”, racconta Diego Coriasco, Direttore della Casa del lavoro, che sta proponendo il progetto alle aziende per trovare finanziamenti come avviene in Spagna.
“È come farsi un vestito sartoriale su misura. La ricerca di un lavoro non è un abito di una catena a basso costo”, scherza Silvia Lessona, che partecipa al gruppo e vorrebbe lavorare nell’ambito della scrittura e della creatività. “Ognuno di noi è arrivato qui per cercare un lavoro e lasciare un curriculum. Sono disoccupata dal 2016 ed ero sfiduciata. Le cose sono cambiate quando mi hanno proposto di entrare a far parte del gruppo perché ho capito che finalmente qualcuno aveva colto il mio messaggio. Capacità che ognuno ha sono state messe in circolo virtuoso e abbiamo scoperto davvero quello che vogliamo fare da grandi”, aggiunge Clara Garofalo, architetto che cerca lavoro come progettista socio-culturale.