Buono stipendio, equità e stimoli: il lavoro visto dagli italiani
Il benessere sul luogo di lavoro è un tema sempre più importante, sia per i lavoratori sia per le aziende. Oggi l’opinione pubblica ha un’idea precisa di ciò che ci si aspetta dalle aziende e anche i lavoratori sanno cosa ricercare in sede di colloquio da un potenziale luogo di lavoro. Nella ricerca realizzata per Confindustria Intellect da Assirm, associazione che raggruppa gli istituti italiani di ricerche di mercato e le società di consulenza di marketing, emerge che il 61% degli italiani è a caccia prima di tutto di una buona retribuzione. L’indipendenza economica e la possibilità di avere una libertà di spesa superiore alla media è un driver di scelta essenziale, e risulta esserlo soprattutto nelle fasce d’età centrali 24-35 anni e 35-44 anni.
Al tema salariale si vanno ad aggiungere due tematiche che gli italiani ritengono allo stesso modo indispensabili, ossia: il trattamento equo nei confronti dei dipendenti (58%) e un contesto di lavoro piacevole e stimolante, capace di garantire serenità e tranquillità a livello psicologico (58%).
Oggi, nell’epoca della digitalizzazione, soprattutto nel periodo post pandemia, i temi legati alla flessibilità e allo smart working vengono dati per assodati dai più giovani, nonostante le generazioni più mature come i baby boomer o la generazione X, li vivano ancora come un benefit. A giocare un ruolo decisivo tra le motivazioni incentivanti ci sono anche l’equilibrio con la vita privata e la crescita personale (55%), mentre tra i motivi di insoddisfazione spiccano la retribuzione non sempre adeguata (38%) e lo stress (26%).
Luoghi di lavoro ricercati
Situazione generale a parte, gli italiani hanno le idee chiare anche su settori e posizioni che vorrebbero ricoprire. Con il 38% il comparto più ambito dagli italiani è quello dell’IT/servizi digitali, seguito dal marketing (34%) e dalla comunicazione (30%). Mentre in termini di posizioni lavorative desiderate il gradino più alto del podio è occupato dalle vendite con il 29%, seguite dal Project Management 27%, e dalla gestione delle risorse umane che occupa il terzo posto con il 26%. Di poco fuori dal podio compaiono il programmatore (25%) e il responsabile marketing (24%).
Tuttavia, le aspettative e le ambizioni dei lavoratori devono per forza di cose fare i conti con le esigenze dei datori di lavoro, che non sempre possono soddisfarle. Spesso la forbice tra domanda e offerta sembra allargarsi soprattutto in termini di competenze di base ed esperienza specifica nel campo e si fatica a trovare un punto di incontro soprattutto su temi legati alla disponibilità a lavorare oltre gli orari stabiliti e alla possibilità di gestire livelli crescenti di stress.