Ancora una volta il welfare aziendale aiuta la ripresa del Sistema Italia

Ancora una volta il welfare aziendale aiuta la ripresa del Sistema Italia

Nel Dl Agosto raddoppia la quota esentasse per i fringe benefit. Le aziende sono chiamate (di nuovo) a far ripartire i consumi.

 

Venerdì 7 agosto 2020 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge da 25 miliardi euro (Dl Agosto), per fronteggiare gli effetti devastanti che l’emergenza Coronavirus ha abbattuto sull’economia del nostro Paese. Il nuovo Dl, composto da 109 articoli, introduce nuovi sostegni alle imprese e ai lavoratori.

 

Non è certo la prima misura attuata dal Governo a seguito dello scoppio della pandemia, ma questa volta assistiamo a una novità rivoluzionaria riguardante il welfare aziendale. Infatti, la somma di beni e servizi erogabili dall’azienda, per l’anno 2020, passa da 258,23 euro a 516,46 euro.

 

Gli antefatti: fra distanziamento e supporto

 

Nel febbraio 2020 il Covid-19 si è diffuso in Italia, portando con sé paura, morti e una crisi economica che, secondo le ultime stime (Fondo monetario internazionale), vedrà un calo del Pil – per l’anno in corso – del 9%. Negli ultimi mesi Dpcm e decreti legislativi sono stati emanati senza sosta, per cercare di contenere e gestire gli effetti negativi della pandemia. E le imprese italiane hanno avuto in tutto ciò un ruolo fondamentale.

 

Infatti, oltre alla difficoltà di portare avanti le proprie attività, fra norme di sicurezza e obbligo di distanziamento sociale, le aziende hanno dovuto far fronte alle problematiche organizzative ed emotive dei propri dipendenti, offrendo loro supporto ‘a distanza’. Ciò è stato possibile anche grazie alle soluzioni di welfare aziendale di cui le aziende si sono fatte carico.

 

Il ruolo delle aziende nella ripartenza

 

Già nel mese di giugno 2020, con la Risoluzione 36/E, l’Agenzia delle Entrate ha tranquillizzato le aziende su alcuni aspetti della precedente (la 456/2019), che aveva introdotto un regime di tassazione agevolato per i Premi di risultato. Importanti sono le linee guida in essa contenute, soprattutto alla luce di quanto avvenuto nei mesi scorsi, in quanto chiariscono che la data di sottoscrizione dell’accordo sui premi di risultato non influisce sulla possibilità di godere dello sgravio fiscale.

 

Ma il Premio di risultato non è certo l’unico mezzo con cui un’azienda può gratificare e aiutare i propri dipendenti. Parliamo, infatti, dei fringe benefit, che contemplano l’erogazione di servizi ed elementi complementari alla retribuzione, che non concorrono, però, alla formazione del reddito principale.

 

Una boccata d’ossigeno per i lavoratori, che possono usufruire di buoni pasto, assistenza sanitaria integrativa, sconti e convenzioni su molti servizi di varia natura (sociale, ludica e sanitaria). Insomma, una quota di beni e servizi erogati dalle aziende a favore dei lavoratori e delle loro famiglie, totalmente esentasse.

 

Servizi che, fino a pochi mesi fa, erano considerati un ‘extra’, ma che ora possono davvero offrire supporto a chi ne usufruisce, dando l’opportunità a chi si trova in difficoltà economiche di acquistare beni o servizi utili a far ripartire i consumi. Le aziende si rivestono così di una funzione ‘sociale’ che può risollevare le sorti di un Paese totalmente da ricostruire.

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