Società di mutuo soccorso punto di riferimento anche per i giovani
Sono nate due secoli fa ma oggi, con la crisi del sistema welfare nazionale, le società di mutuo soccorso sono diventate un interlocutore importante per i lavoratori di Pmi e microimprese e per l’esercito delle Partite Iva fatto anche di giovani. Che chiedono soprattutto prestazioni socio sanitarie e assistenziali.
Sono nate circa due secoli fa. Precisamente nel 1844. Con l’obiettivo di fornire servizi essenziali ai cittadini, in mancanza di risposte concrete da parte dello Stato. Oggi, complice l’indebolimento del sistema di welfare nazionale, le società di mutuo soccorso nel nostro Paese sono tornate più attuali che mai. Questo perché sono in grado di offrire moltissimi servizi alla comunità, senza particolari vincoli. A queste realtà può infatti rivolgersi qualunque cittadino che, con la sua quota associativa, contribuisce alla loro sopravvivenza, ottenendo anche la possibilità di partecipare all’assemblea dei soci. In questo modo chiunque sia iscritto può usufruire di tutti i servizi offerti, attraverso i meccanismi della mutualità.
1.114 le realtà censite
Oggi nel nostro Paese sono censite 1.114 società, come riporta una recente indagine dell’associazione Isnet. Di queste sono però solo 509 quelle effettivamente attive, perché svolgono attività non occasionali a favore dei soci in cambio di quote annuali. Sono concentrate prevalentemente al centro-nord. L’età media dei soci è compresa tra 50 e 60 anni, e sono più gli uomini – circa il 67% – a scegliere un modo solidale per affrontare situazioni di malattia, infortunio e svantaggio sociale.
I servizi offerti vanno dall’erogazione di trattamenti e prestazioni socio-sanitari nei casi di infortunio, malattia e invalidità al lavoro, alla distribuzione di sussidi in caso di spese sanitarie. Ma non finisce qui, perché oggi le società di mutuo soccorso offrono anche assistenza familiare; contributi economici in caso di gravissimo disagio; attività di carattere educativo e culturale; iniziative di sensibilizzazione delle comunità locali sulla prevenzione sanitaria; promozione di mutualità integrativa e volontaria attraverso convegni, dibattiti, conferenze, iniziative di sostegno allo studio; sviluppo di una rete di convenzioni con erogatori di servizi socio-sanitari e assistenziali; definizione di intese con enti o istituzioni per promuovere, con modalità mutualistiche, servizi sanitari e assistenziali quali cure dentarie, assistenza domiciliare alla non-autosufficienza temporanea e permanente, onoranze funebri, servizio badanti e servizi di accompagnamento soci; promozione di mostre, convegni e interventi per la valorizzazione e il restauro del patrimonio storico-culturale delle società di mutuo soccorso.
Un’alternativa al welfare aziendale e pubblico
«Oggi queste realtà forniscono un welfare di comunità e, a fronte dell’indebolimento di altre organizzazioni intermedie, rappresentano una risorsa importante per tanti territori», spiega Marianna Cavazza, dell’università Bocconi di Milano. «Sono diventate un’importante alternativa al welfare aziendale, al quale è possibile accedere solo se si è dipendente di un’impresa che abbia deciso di investire in questo ambito. Dato l’andamento del mercato del lavoro, caratterizzato da una quota crescente di lavoratori con contratti alternativi a quelli a tempo indeterminato, aumentano le persone che non possono usufruire di questi benefit aziendali».
L’importanza delle società di mutuo soccorso contemporanee sta proprio qui, nella loro capacità di compensare quanto aziende e Stato non riescono a fornire, attraverso meccanismi di mutualità delle risorse.
Due anime per un sostegno completo
Attualmente nel nostro Paese esistono due diversi tipi di società. «Innanzi tutto c’è un gruppo ristretto di dieci realtà specializzate nell’ambito della sanità integrativa raccolte nel consorzio Mu.Sa., aderente a sua volta alla Federazione italiana mutualità integrativa volontaria. Queste hanno organizzato una rete nazionale di strutture sanitarie convenzionate e forniscono coperture sanitarie integrative ai soci. Si affiancano quindi ai fondi sanitari integrativi derivanti dalla contrattazione aziendale e nazionale fornendo servizi simili», prosegue l’esperta. «Esistono poi anche strutture la cui origine è territoriale, oltre alle società operaie di mutuo soccorso e società agricole operaie di mutuo soccorso, nate appunto dall’associazione di operai e contadini di un determinato territorio. Normalmente sono attive nei campi della socializzazione, istruzione ed educazione, assistenza sociale e supporto economico in caso di infortunio o decesso. Rispetto al passato, oggi forniscono una varietà di servizi che vanno in qualche modo a integrarsi nel sistema di welfare esistente fornendo, per esempio, borse di studio o copertura della spesa per i libri di testo. Inoltre facilitano i cittadini nelle pratiche burocratiche legate ai diversi momenti della vita».
Per funzionare le società di mutuo soccorso devono essere iscritte nel registro delle imprese della Camera di commercio di riferimento, oltre che alla sezione sociale dell’Albo delle società cooperative presente nel ministero dello Sviluppo economico. «Dal 2015 esiste anche un codice identitario delle società di mutuo soccorso nel quale, insieme ai principi e valori, si individuano alcuni standard imprescindibili in termini di organizzazione e gestione», conclude Cavazza. «Tutti i cittadini possono rivolgersi a queste realtà. Anche se alcune possono imporre dei limiti di tipo territoriale. Inoltre nelle società che svolgono l’attività di sanità integrativa l’iscrizione deve avvenire prima dei 65 anni e includere l’intero nucleo familiare, ma non è previsto un termine temporale per la copertura sanitaria e non vengono fatte ulteriori selezioni del rischio».
Domanda di prestazioni socio sanitarie e assistenziali in crescita
Il segreto del loro successo, oltre due secoli dopo la loro nascita, sta proprio nella semplicità di gestione. Ma anche nella capacità di intercettare più velocemente ed efficacemente gli effettivi bisogni dei cittadini e di rispondere attraverso soluzioni che includono anche le altre realtà territoriali, rendendo queste attività maggiormente efficaci ed efficienti. Caratteristiche, queste, che hanno permesso alle società di mutuo soccorso di aumentare le proprie attività negli ultimi 10 anni. «Abbiamo registrato una crescita, che corrisponde all’aumento della domanda soprattutto di prestazioni socio-assistenziali e socio-sanitarie», conferma Placido Putzolu, presidente della Federazione italiana mutualità integrativa volontaria. «Operiamo in un ambito nel quale le competenze sono prevalentemente pubbliche, noi le integriamo». Il boom riguarda soprattutto i fondi sanitari integrativi. «Sono quelli che registrano la domanda più alta», va avanti. «Riguardano soprattutto i lavoratori dipendenti, ma noi gestiamo anche altri fondi sanitari aperti a tutta la collettività».
I servizi maggiormente richiesti riguardano proprio l’ambito sanitario per il quale oggi le famiglie italiane spendono circa 40 miliardi di euro l’anno, data la contrazione dei servizi erogati dallo Stato. «La domanda più alta è per le prestazioni odontoiatriche, per i ticket, per la non autosufficienza e per le visite specialistiche quando le liste di attesa sono infinite», conclude. Anche il target degli utenti è cambiato rispetto al passato. Oggi alle società di mutuo soccorso si rivolgono anche i giovani lavoratori. La platea si è allargata, così come la necessità di prestazioni integrative».