Il benessere passa da sicurezza, salute e sostenibilità
Le aziende si sono rese conto che il benessere dei propri collaboratori è qualcosa di più di una condizione accessoria e utile esclusivamente a una maggiore produttività, come racconta Marianna Benatti nel suo libro
Nel 2020 il benessere dei dipendenti è risultato al primo posto a livello globale e al terzo in Italia tra le principali direttrici di cambiamento delle organizzazioni. A svelarlo è lo studio Deloitte Global Human Capital Trends. Se da un lato, infatti, le aziende si sono rese conto di come il benessere dei propri collaboratori costituisca qualcosa di più di una condizione accessoria e utile esclusivamente a una maggiore produttività, dall’altro l’accelerazione dei processi di trasformazione digitale ha minato alle radici la quotidianità di persone e organizzazioni, rendendo indispensabile l’adozione di una vera strategia per la conquista e la tutela della serenità sul luogo di lavoro. Per cercare di fare chiarezza Marianna Benatti ha scritto il libro Well-Being: una strategia di sostenibilità per il benessere personale e aziendale (Egea Editore, 2021).
L’autrice è Well-being Leader di Deloitte Central Mediterranean, CSR & Employer Branding Leader di Deloitte Italia, Happiness Life Coach, Personal Trainer, Coach di Crossfit, Body Composition Specialist e Fitness Nutritionist. Il saggio è nato dalla convinzione che i tempi siano maturi perché lavoro e benessere possano davvero iniziare una stretta relazione: Benatti parte dal proprio percorso personale (e professionale) per rivolgersi non solo ai lavoratori, ma soprattutto alle imprese, cercando di fare capire a manager e imprenditori come la felicità si possa ormai considerare come un asset aziendale misurabile. Addirittura il più importante, in un contesto in cui a fare la differenza sono proprio le persone. “Sono sicura che in futuro anche in Italia, seguendo il trend degli altri Paesi, le figure dedicate al benessere saranno sempre di più e acquisiranno una professionalità specifica fatta di competenze in ambito HR e spiccata sensibilità verso le persone e l’ambiente”, scrive Benatti nel libro.
Una strada verso il benessere per organizzazioni e dipendenti
Oggi infatti ritagliarsi tempo per sé, i propri hobby, gli amici e la famiglia è diventato difficile. Inoltre i livelli di stress sono aumentati e il burnout è stato dichiarato recentemente una sindrome dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Sedentarietà e ritmi di lavoro che interferiscono negativamente sulle abitudini alimentari e sul riposo fanno il resto. “Urge intervenire, quindi, perché solo persone in salute e felici possono far emergere le soft skill essenziali per portare valore aggiunto in azienda”, scrive Benatti. Il libro si dirige verso questo obiettivo, tra riferimenti alla filosofia antica – come necessario presupposto per la sensibilizzazione alla cura di sé – e all’economia della felicità – come base per un modo nuovo di fare impresa.
Rintracciando nella storia le prime misure di welfare che hanno aperto la strada alle politiche di wellness fino all’attuale concezione olistica del benessere, Benatti propone il well-being come ingrediente attrattivo di un employer branding di successo ed elemento rilevante di una strategia di responsabilità sociale d’impresa. “L’obiettivo futuro delle imprese sarà quello di riuscire a progettare iniziative innovative di tutela della sicurezza, di promozione della salute e di attenzione alla sostenibilità: la sfida delle ‘3S’, insomma. Sarà necessario acquisire la profonda convinzione che proprio il benessere olistico è l’impatto che fa la differenza. Non sul lavoro, ma nella vita. Bisognerà crederci per essere credibili”, si legge nel libro.